Noleggio e sostenibilità, Pier Angelo Cantù: “Partiamo dai piccoli passi”

Noleggio e sostenibilità sono due binari che fino a qualche anno fa viaggiavano paralleli senza mai incontrarsi. Adesso però il tema della sostenibilità è inscindibile dal concetto di noleggio che, per sua natura, ha già un approccio sostenibile visto che abbatte il concetto di possesso e promuove quello della condivisione e dell’utilizzo razionale di un mezzo.

Qualche settimana fa si è svolta a Roma la 14esima conferenza internazionale Europlatform di International Powered Access Federation (IPAF), un’occasione per condividere la visione del mondo del sollevamento aereo internazionale per un futuro sostenibile. Per avere un punto su quanto emerso in questo contesto, abbiamo parlato con Pier Angelo Cantù, fondatore di Rental Blog e Rental Academy e consulente IPAF per il marketing e la formazione.

“L’obiettivo era ovviamente creare un’occasione di networking ma soprattutto aprire un confronto su temi molto alti che potessero però coinvolgere tutta la filiera del noleggio su tutte le declinazioni della sostenibilità. Si è parlato della riduzione delle emissioni di anidride carbonica come elemento da inserire nei piani di business, si è affrontato il tema del ruolo dei noleggiatori nella riduzione ma si è parlato molto anche della consapevolezza che le persone che lavorano nelle organizzazioni possono portare. Ci sono stati degli esempi alla portata di tutti, proposti da noleggiatori molto grandi ma che possono essere raccolti da noleggiatori anche medio-piccoli su come le persone possono creare un comportamento virtuoso all’interno dell’azienda e influenzare con questo comportamento orientato alla sostenibilità le aziende che richiedono servizi di noleggio. La filiera a monte è già pronta: sono stati presentati dei prodotti che hanno una riduzione importante delle emissioni di Co2, anche del cosiddetto carbonio congenito, e sono stati presentati dei dati di ciclo di vita dei prodotti con questa riduzione, oltre al recupero di materiali riciclati. Il noleggio di per sé è un fattore di ricircolo di prodotto quindi la quantità di emissioni carbonio è già inferiore, chiaramente poi il noleggiatore deve organizzarsi di conseguenza”.

Pier Angelo Cantù convegno Europlatform sostenibilità

Si è parlato dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG) applicati al noleggio?

I 17 obiettivi SDG, definiti dall’ONU, amplificano il concetto di sostenibilità e includono altri elementi che solitamente nel mondo industriale non vengono presi in considerazione. Quindi, a parte la sostenibilità intesa come riduzione delle emissioni di carbonio, gli SDG delineano un nuovo stile di business che anzitutto tenga conto di come le risorse del pianeta siano sovrautilizzate; quindi, propongono uno stile che influisca sull’educazione delle persone a cui viene chiesto il contributo di partecipazione alla riduzione dell’uso delle risorse, banalmente dall’elettricità a quanto si inquina, comportamenti virtuosi che favoriscono la sostenibilità. Inoltre, gli SDG inseriscono elementi di inclusione da parte di chi fa azienda, quindi elementi di welfare aziendale, di ridistribuzione di ricchezza sul territorio. Questo è molto interessante perché il noleggiatore opera nel territorio per definizione. Quando un noleggiatore guadagna, ovviamente investe per la sua azienda, ma gli viene anche chiesto di prendersi cura del territorio, sostenendo attività che le strutture pubbliche non sono più in grado di sostenere. Può banalmente mettere a disposizione delle macchine per gestire aiuole, oppure il know how per costruire o trasformare delle strutture in ambiti di nuova aggregazione, come ad esempio le palestre, e ancora essere il protagonista di tutto quello che ruota attorno al territorio in cui il noleggiatore agisce, un’operazione peraltro che è anche un modo di fare marketing”.

Si tratta quindi di una rivoluzione culturale con al centro la sostenibilità?

“Rivoluzione culturale è proprio una definizione corretta, è un vero e proprio cambio di paradigma in cui al noleggiatore viene chiesto di essere il primo testimone: quando compri una macchina nuova, compri una macchina tenendo conto di quanto inquina; quando fai un intervento sul territorio dimostri di saperlo fare, riducendo al minimo alcuni aspetti inquinanti. Prendiamo un esempio molto tecnico: c’è una normativa che impedisce di demolire delle strutture creando polvere. Per ovviare a questo inconveniente il noleggiatore può offrire i cosiddetti cannoni che sparano l’umido per tenere la polvere a terra. Questo è un contributo. Molti noleggiatori non li offrono perché non ce li hanno, ma non fanno cultura, preferiscono ridurre il valore di quello che offrono, sfruttando il fatto che non essendoci controlli sul territorio il cliente può aggirare le prescrizioni, nonostante ci sia una normativa con tanto di sanzioni. Questa è la testimonianza che viene chiesta al noleggiatore”.

Quindi quello che stai dicendo è che il noleggiatore si deve muovere su un doppio binario: da una parte un utilizzo dei mezzi in maniera sostenibile e dall’altra la diffusione di comportamenti virtuosi che possano essere presi da esempio prima all’interno della stessa azienda e poi anche fuori?

“Questo esempio è emerso perché spesso ci si chiede come tradurre in pratica un discorso che rischia di rimanere solamente teorico sulla sostenibilità. Così come è difficile spiegare i vantaggi del noleggio se non esci dalle caratteristiche tecniche dei prodotti per entrare in quello che il cliente ottiene, allo stesso modo è difficile spiegare i vantaggi di prodotti che costano di più, come le macchine elettriche, ma spiegare che vantaggio ottiene il cliente senza ridurre le performance. È un po’ come quello che si faceva alcuni anni fa: il bilancio sociale. Si esaltava un valore che non era contabile, era il valore della competenza, della presenza, della sensibilità alla socialità. Questa cosa adesso non è più naïf come ai tempi del bilancio sociale, ma diventa necessaria perché, ha spiegato una delle relatrici, noi utilizziamo il 150% all’anno delle risorse che la terra ci offre; quindi, è come se il 25 luglio noi avessimo esaurito tutto. E questa cosa rischia di rimanere sulla carta se non consideri l’impatto che ha sulla tua vita, è culturale perché chiede il tuo contributo per ottenere qualcosa in cambio che non vedi subito. E questo è molto attinente con la proposta di noleggio: un cliente si deve fidare della tua competenza ma non riesce a comprenderla tangibilmente prima, la sperimenta dopo”.

Rivoluzionare il parco mezzi ha un costo notevole. Per applicare una politica dei piccoli passi quali sono i comportamenti che consigli di mettere in pratica fin da subito?

“Intanto agire sull’organizzazione, un’officina organizzata in un determinato modo, la raccolta degli oli, la raccolta differenziata dei rifiuti, il comportamento delle persone nell’azienda. Già questa è una testimonianza che non costa niente e permette di esercitare un secondo passaggio che è quello di influenzare comportamenti virtuosi, non solo nell’azienda. Se tu lo fai e lo testimoni, quando vai sui cantieri puoi fare la parte di chi dà delle indicazioni utili sulla raccolta dei rifiuti del cantiere, per esempio, o sull’utilizzo dei mezzi, come il discorso di prima dei cannoni che sparano l’umido: non è un costo in più, ma un contributo al mancato inquinamento. Chi respira polvere nei cantieri, prima o poi si ammala. Si arriva poi al parco mezzi che pian piano deve essere rinnovato, ma ci sono tutta una serie di accorgimenti che vanno introdotti consapevolmente e anche diffusi all’esterno divulgando cultura. Il nostro contributo alla sostenibilità passa anche attraverso i contributi che si danno ad attività locali che altrimenti non esisterebbero, anche questa è sostenibilità. Le persone vivono all’interno di una socialità che rischia piano piano di perdersi, perché oggi siamo tutti collegati in modo virtuale. Il noleggiatore deve un po’ invertire questa tendenza, mostrando di essere in grado di farlo. Un’iniziativa che si potrebbe mettere in campo è quella di far visitare la propria officina ristrutturata in questo modo, spiegata bene ai clienti. Se non mostri questo valore i clienti non lo danno per scontato”.

C’è altro che ci vuoi raccontare?

“C’è un tema che mi sta particolarmente a cuore che è quello del primo passo. A volte un’azienda pensa di non essere in grado di dimostrare il proprio contributo perché non ha un parco mezzi rinnovato. Questa politica dei piccoli passi, da dove però non si torna più indietro, dove c’è il contributo di tutti quelli che lavorano nell’azienda, ma anche dei clienti stessi, secondo me genera invece un grosso riconoscimento. Un piccolo passo è comunque un passo fatto, concreto e poi può essere valorizzato. Un passo alla portata di tutti. Un’azienda che ha ancora tutte macchine diesel non deve sentirsi limitata negli altri aspetti, ma provare a migliorarsi. L’importante è arrivare al traguardo, altrimenti non avrebbe senso educare i nostri figli a spegnere la luce o a consumare meno acqua: l’impatto non è decisivo sui numeri ma lo è sull’approccio, sulla cultura, sulla condivisione. È stato detto durante Europlatform che i Millennials ragionano già in un altro modo ma per esempio il settore del noleggio è fatto da persone che sono più vecchie dei Millennials quindi devono fare uno sforzo in più”.

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